1. Introduzione: il problema della tokenizzazione semantica nel diritto italiano
Nel panorama dell’elaborazione del linguaggio naturale applicata al diritto italiano, uno dei nodi centrali è la capacità di preservare il significato sfumato e contestuale delle espressioni giuridiche. A differenza di testi generici, il linguaggio legale è caratterizzato da termini polisemici, clausole strutturate gerarchicamente e riferimenti normativi precisi, che richiedono una tokenizzazione che non si limiti alla mera segmentazione testuale, ma che arricchisca ogni unità con contesto sintattico, semantico e giuridico. La tokenizzazione tradizionale, basata su spazi o punteggiatura, fallisce nel catturare relazioni complesse come “il contratto implica un’obbligazione a risarcimento” o “la responsabilità si estingue con la cessazione della causa“, dove l’inferenza logica tra soggetto, oggetto e modalità è fondamentale. Il Tier 2 introduce la tokenizzazione contestuale come soluzione, ormai perfezionata con modelli come LEGAL-BERT, ma la sua applicazione pratica richiede un’implementazione dettagliata che vada oltre il livello base, integrando processi di normalizzazione, disambiguazione e arricchimento semantico. Il Tier 1 fornisce la base normativa e terminologica essenziale, ma è il Tier 2 – e la sua ottimizzazione – a trasformare i dati giuridici in input di alta qualità per modelli LLM, garantendo coerenza terminologica e capacità inferenziale avanzata.
2. Confronto tra tokenizzazione unidirezionale e bidirezionale nel contesto giuridico
La scelta tra tokenizzazione unidirezionale e bidirezionale determina la qualità della rappresentazione contestuale. Nel caso unidirezionale, i token vengono generati solo a partire da sinistra verso destra, come in BERT classico: questa metodologia, pur efficace per analisi sequenziali, presenta limiti nel trattamento di frasi giuridiche complesse, dove termini chiave appaiono in posizioni non lineari (es. “la sentenza del 2023 stabilisce che…”) o dove il significato dipende da contesto retrospettivo (“il dovere sussistente implica la necessità di compliance”). La tokenizzazione bidirezionale, tipica di modelli come LEGAL-BERT, supera questa limitazione permettendo a ogni token di “vedere” sia a sinistra che a destra, arricchendo il contesto in entrambe le direzioni. Questo è cruciale per modelli che devono inferire implicazioni logiche, come il passaggio da “l’obbligo sussistente per sei mesi” a una rappresentazione tokenizzata con [ sussistente per ], dove la durata e la temporalità sono esplicitamente legate al verbo principale. L’adozione bidirezionale riduce il rischio di ambiguità semantica, migliorando la precisione nell’estrazione di clausole e nell’analisi di inferenze giuridiche.
3. Fase 1: analisi e preparazione del corpus giuridico italiano
La qualità della tokenizzazione contestuale dipende direttamente dalla fase iniziale di analisi del corpus. In ambito legale italiano, il testo è spesso caratterizzato da norme codificate (art. 1120 c.c., Codice Civile), clausole contrattuali strutturate e riferimenti istituzionali (UNODI, Corte di Cassazione). La prima operazione è la **categorizzazione delle entità giuridiche**: identificare e classificare termini come “obbligo”, “contratto”, “sentenza”, “risoluzione”, “responsabilità civile/penale”, distinguendo tra norme generali, casi specifici e disposizioni procedurali. A tal fine, si applica un processo di **normalizzazione del testo** che include la rimozione di formattazioni non standard (tabelle, note a piè di pagina, citazioni esterne), la standardizzazione di abbreviazioni (“sezione” → “sec.”, “art.” → “art.”), e la gestione di citazioni tra parentesi o segni di ordinamento. La **segmentazione semantica** è poi cruciale: frasi giuridiche vengono suddivise in unità funzionali come clausole, disposizioni, avverbi di validità, con token separati per ruoli sintattici (es. soggetto: “l’obbligo”, oggetto: “la durata”, modificatore: “per sei mesi”). Questa segmentazione, basata su regole linguistiche formali e pattern statistici addestrati su corpus legali, garantisce una base solida per il downstream processing.
4. Fase 2: implementazione della tokenizzazione contestuale passo dopo passo
La tokenizzazione contestuale avanzata richiede un workflow preciso, che parte dall’adattamento di modelli multilingue pre-addestrati al dominio legale italiano. Si parte da modelli come mBERT o LEGAL-BERT, già sensibili a contesti giuridici, per poi procedere con un **fine-tuning controllato** su dataset annotati da esperti del diritto italiano. Ogni passo tecnico è fondamentale:
Fase 2.1: scelta e adattamento del modello base
Si seleziona un modello multilingue (es. LEGAL-BERT-it) come punto di partenza. Il fine-tuning avviene su un corpus di 50.000 documenti giuridici italiani, tra cui contratti, sentenze, codici civili e norme legislative, con annotazioni morfosintattiche e semantiche. Questo processo migliora la capacità del modello di riconoscere termini tecnici polisemici e relazioni logiche complesse.
Fase 2.2: embedding contestuali con contesto arricchito
I token non sono più vettori statici, ma incorporano contesto: ogni token è arricchito con tag di ruolo sintattico (soggetto, oggetto, modificatore), embedding semantici condizionati dal contesto giuridico (es. “obbligo” in ambito civile vs penale differisce in embedding), e relazioni semantiche esplicite (es. “implica” → relazione di inferenza logica). Questo è reso possibile tramite architetture come BERT con attenzione cross-linguistica ma fine-tunate su dati legali.
Fase 2.3: generazione del token contestuale con tagging semantico
Un esempio pratico: la frase “L’obbligo sussistente per sei mesi” viene trasformata in token con contesto esplicito:
[ “l’obbligo” “per sei mesi”
Questo formato permette al modello downstream di inferire che l’obbligo implica una durata precisa, fondamentale per l’estrazione automatica di clausole temporali.
5. Ottimizzazione del pipeline per modelli LLM nel contesto legale
Per massimizzare le performance, il pipeline di tokenizzazione deve essere ottimizzato a diversi livelli:
Calibrazione della lunghezza token
La massima lunghezza sequenza è impostata a 512 token con tokenization a [] per evitare overflow, mantenendo il contesto critico. Token più lunghi vengono suddivisi strategicamente, preservando l’integrità semantica.
disambiguazione contestuale con ontologie giuridiche
Si integra un sistema basato su UNODI (Osservatorio Nazionale Organizzazione della Giustizia) per arricchire embedding con informazioni istituzionali: ad esempio, il termine “risoluzione” viene contestualizzato come “risoluzione extragiudiziale” o “risoluzione giudiziale”, riducendo ambiguità e migliorando inferenza.
pipeline ibrida: token + knowledge graph
Dopo la tokenizzazione, i token vengono mappati a un knowledge graph legale che collega concetti giuridici, norme e casi precedenti. Questo arricchimento contestuale consente al modello di riconoscere relazioni implicite, come la connessione tra “responsabilità sussistente” e “obbligo di risarcimento” tramite inferenza logica.
6. Errori comuni e strategie di mitigazione
Errore 1: sovrapposizione semantica di termini polisemici
Ad esempio, “obbligo” in ambito civile implica adempimento contrattuale, in ambito penale implica sanzione. La soluzione è l’uso di embeddings condizionati dal contesto istituzionale, integrati con regole di disambiguazione basate su ontologie giuridiche.
Errore 2: perdita di contesto temporale
In frasi complesse come “il dovere sussistente per sei mesi, salvo estinzione per inadempimento”, la temporalità è cruciale. Strategia: embedding temporali espliciti ( per ), integrati nella rappresentazione tokenizzata per supportare inferenze logiche.
Errore 3: incoerenza tra fase di training e inferenza
Soluzione: standardizzazione tramite glossario legale multilingue (es. italiano-inglese), aggiornato periodicamente, con validazione cross-check di dataset di test.
7. Suggerimenti avanzati e best practice per esperti
Tier 2: Tokenizzazione contestuale avanzata afferma che “il contesto non è opzionale, è il tessuto stesso della comprensione legale”. Per implementare una tokenizzazione di livello esperto:
– Utilizza dataset annotati semanticamente con tag di ruoli e inferenze logiche.
– Integra embedding contestuali con grafi di conoscenza giuridici per arricchire inferenze.
– Adotta un pipeline modulare: tokenizzazione → arricchimento → validazione con ontologie → inferenza logica.
– Implementa







